La norma UNI EN 71-3:2019 è da sempre un caposaldo della conformità dei giocattoli, rappresentando la norma armonizzata principale per la sicurezza chimica.
Questa norma è tanto importante, che spesso ci si limita ad eseguire solo questo test pensando di essere conformi a tutta la parte chimica.
Come affrontato in tanti post del ns blog, purtroppo non è così, in particolare per il REACH e altre sostanze CMR vietate, ti consiglio di dare un occhio a questo post sulla Valutazione chimica che ben approfondisce l’approccio che deve avere il produttore per garantire la sicurezza chimica del proprio giocattolo.
Ma ritornando alla EN 71-3, ricordiamo che la norma specifica i requisiti e i metodi di prova per la migrazione di alluminio, antimonio, arsenico, bario, boro, cadmio, cromo (III), cromo (VI), cobalto, rame, piombo, manganese, mercurio, nichel, selenio, stronzio, stagno, stagno organico e zinco dai materiali che costituiscono giocattoli e da parti di giocattoli.
Lo standard simula principalmente l’ingestione di parti del giocattolo, prevedendo una cessione, definita migrazione, dei metalli verso una soluzione acidulata.
La norma si applica solo a parti accessibili del giocattoli anche per verificare eventuali contatti dermici del giocattolo con il bambino, non simula l’inalazione di eventuali VOC.
Dopo aver messo in contatto una porzione di materiale con la soluzione acida, sotto agitazione per 24h, si filtra l’eluato e si analizza con metodi specifici al fine di determinare le varie concentrazioni in mg/L, per poi riportare il dato in mg/kg di materiale.
Esistono tre categorie di giocattoli con limiti diversi, semplificando:
- materiali secchi o in polvere
- liquidi e colle stick
- materiali “raschiabili”
Negli ultimi hanno la norma ha subito alcune variazioni sul limite del Pb, CrVI e tra un po’ per l’Alluminio.
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