Quali prove al fuoco per i materiali dei parchi gioco

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Come visto per le sostanze pericolose, anche per l’infiammabilità, le norme EN 1176-1 e EN 14960 restano molto vaghe, facendo poi riferimento alle leggi in vigore nell’edilizia.

  • La EN 14960, parla semplicemente che i tessuti devono essere ritardanti di fiamma,
  • la EN 1176-1 invece descrive il requisito così:

Per evitare il rischio di incendio e altri pericoli collegati, non devono essere utilizzati materiali che producono effetto lampo. Dovrebbe essere prestata particolare attenzione ai prodotti di nuova concezione le cui proprietà potrebbero non essere completamente note.
Quindi, vengono riportate due note:
Nota 1 I requisiti relativi alle uscite adeguate per assicurare la fuga in caso di incendio sono forniti nel punto 4.2.3.
Nota 2 Si richiama l’attenzione sulle regolamentazioni nazionali e locali relative all’edilizia in materia di infiammabilità delle attrezzature installate sia in ambienti interni sia esterni.

Nei regolamenti nazionali di prevenzione incendi, settore edilizia, non si fa riferimento a prodotti con effetto lampo e i requisiti richiesti in ambito prevenzione incendi sono delle classi di reazione al fuoco, ottenute con metodi Italiani (UNI 9177) o Europei (EN 13501-1).

Di effetto lampo (surface flash) parla, seppur in modo generale, la EN 71-2, norma armonizzata per verificare le caratteristiche di infiammabilità della Direttiva Giocattoli (TSD).

La EN 1176-10, “Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per attrezzature da gioco completamente chiuse”, prevede invece tra i requisiti generali qualcosa di specifico sull’infiammabilità dei materiali.
Il paragrafo 4.2.1 in particolare, richiede che i materiali utilizzati nella costruzione di attrezzature da gioco completamente chiuse debbano essere conformi alla EN ISO 11925-2 e/o alla EN 1021-1 e alla EN 1021-2.

Questi test prevedono la verifica di uno scenario d’incendio iniziale, essendo tutti attacchi di piccole fiamme, quindi l’obiettivo è capire se i prodotti si innescano a contatto con una sigaretta, un accendino o un fiammifero. La norma EN ISO 11925-2 viene usata solitamente per verificare la classe E o F dei prodotti da costruzione, e la EN 1176-10 la mette come alternativa o in associazione alle EN 1021 parte 1 o parte 2, che sono invece dei test applicabili ai mobili imbottiti, con un attacco di una sigaretta (parte 1) e una fiamma che simula un fiammifero (parte 2).

Quindi, sembra che i materiali imbottiti dovranno essere conformi alle EN 1021-1 e EN 1021-2, mentre gli altri materiali, testati secondo la EN ISO 11925-2, con esito positivo. Tuttavia, per come è scritto il paragrafo, la EN ISO 11925-2 potrebbe essere applicata a tutti i materiali, anche agli imbottiti…

Ormai questi parchi gioco chiusi EN 1176-10 sono sempre più belli, complessi e grandi e accertarsi che non ci siano problemi di innesco rapido di un incendio, diventa sempre più importante.

Per gli altri giochi utilizzati al chiuso, applicare gli stessi metodi di prova potrebbe essere utile o quanto meno si potrebbe pensare ad un test EN 71-2 per verificare l’assenza di effetto lampo (vedi EN 1176-1), per poi sperare magari in una nota Ministeriale con indicazioni sulle classi minime e procedure da rispettare per tutti i giochi usati in indoor.

Per i gonfiabili EN 14960, il percorso è ormai più chiaro visto che per gli spettacoli viaggianti esiste un Decreto di Prevenzione Incendi.
In Italia, per giochi gonfiabili e spettacoli viaggianti in genere, il primo atto legislativo di riferimento è il DM 18 Maggio 2007, al quale sono seguite una prima circolare di commento, emanata il 1° Dicembre 2009, ed una seconda circolare di commento emanata il 15 Ottobre 2010.

In particolare, questa seconda circolare, colma la lacuna sulla reazione al fuoco dei gonfiabili dato che, sia la norma UNI EN 14960, sia il DM 18 Maggio 2007, pur dicendo che il materiale doveva essere ignifugo o con ritardante di fiamma, non scendevano nel dettaglio della classe di reazione al fuoco cui questi giochi dovevano appartenere.

Con la circolare del 2010 invece sappiamo che il PVC usato nei gonfiabili deve essere certificato con classe 2 di reazione al fuoco secondo UNI 9177.
La circolare prescrive inoltre che questi certificati possano essere richiesti ed ottenuti solamente da laboratori autorizzati dallo stesso Ministero dell’Interno (puoi consultare la lista dei laboratori sulla pagina web ufficiale dei VVF).

La procedura di certificazione Italiana per la reazione al fuoco di cui al DM 26/06/84 prevede normalmente due percorsi:
• l’art. 8 – con emissione del CERTIFICATO da parte del laboratorio e successiva richiesta di omologazione al Ministero, che una volta verificata la pratica decide di emettere l’atto di omologazione. Il produttore a quel punto può vendere con una dichiarazione di conformità e relativo atto di omologazione.
• Art 10 – in cui il produttore esegue solo i test presso laboratorio con emissione del CERTIFICATO, valido però solo per delle produzioni limitate, con quantità e luogo indicate nel CERTIFICATO, oppure nel caso venga prelevato un campione dalla sede in cui è installato.

La scelta fatta per i gonfiabili è di richiedere un CERTIFICATO art. 8 come “struttura pressostatica”, ma senza necessità di omologazione, basta dunque mostrare il solo CERTIFICATO alla commissione di vigilanza.

Occhio, non valgono rapporti di prova generici e fatti da laboratori non autorizzati.
Certo, non sarebbe male applicare lo stesso requisito anche per i materiali per parchi EN 1176, quando si tratta di superfici estese in ambienti indoor, e magari con il rischio che i bambini possano avere difficoltà ad uscire (castelli, tunnel o altro di articolato)…

Riassumendo:

per i parchi completamente chiusi EN 1176-10, i materiali devono essere conformi alle EN ISO 11925-2 e/o EN 1021-1 e EN 12021-2;
per i gonfiabili EN 14960, il PVC dovrà essere certificato almeno in classe 2 secondo la UNI 9177 ai sensi del DM 26/06/84;
per i materiali per gli altri parchi gioco EN 1176-1, attualmente non ci sono riferimenti chiari, ma una prova di infiammabilità EN 71-2 o EN ISO 11925-2 o EN 1021 potrebbe essere un primo passo per capire il comportamento al fuoco e un’eventuale effetto lampo.

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