La direttiva sulla sicurezza dei giocattoli (come modificata dai successivi aggiornamenti) contiene una serie di disposizioni relative alla sicurezza dei giocattoli sotto vari profili: i pericoli di tipo fisico/meccanico, quelli di tipo elettrico ed anche i pericoli chimici sia rispetto alle caratteristiche tossicologiche che rispetto all’infiammabilità.
Infatti, nel procedimento di fabbricazione dei materiali che comporranno il giocattolo – come di qualsiasi prodotto o articolo che viene fabbricato – vengono utilizzate materie prime cioè sostanze e miscele chimiche, ed alcuni prodotti chimici possono anche venire aggiunti per conferire caratteristiche particolari che determinano la funzione d’uso a cui è destinato il prodotto finale (il giocattolo).
Il punto essenziale è che nel giocattolo finito non persistano concentrazioni eccessive di sostanze chimiche ed in particolare di quelle maggiormente preoccupanti per le loro caratteristiche tossicologiche, anche considerando che il giocattolo è destinato ad una fascia della popolazione che, potenzialmente, risulta essere maggiormente vulnerabile all’azione dei prodotti chimici.
Per questo la direttiva definisce delle limitazioni sia in termini di tipologie di sostanze che di quantitativi massimi ammissibili.
Prima di immettere un giocattolo sul mercato (art. 18 direttiva) i fabbricanti devono dunque effettuare un’analisi dei pericoli che il giocattolo può presentare
- chimici
- fisico-meccanici ed elettrici
- di infiammabilità
- di igiene
- di radioattività
ed effettuano una valutazione della potenziale esposizione a tali pericoli.
Questa valutazione entra a far parte della documentazione tecnica (disposta all’art. 21 e elencata in allegato IV) che contiene tutti i dati necessari per garantire la conformità del giocattolo
- ai requisiti di cui all’art. 10 (Requisiti essenziali di sicurezza)
- all’allegato II (Requisiti particolari di sicurezza), requisiti necessari per ottenere la conformità del giocattolo e, dunque, la possibilità di immetterlo in commercio.
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