Avevamo iniziato a parlare di prodotti borderline già nel post su cosa è cosa non è giocattolo, che ti consiglio di leggere, ma oggi facciamo un esempio decisamente complicato:
le catenelle portaciuccio fai da te, personalizzate o di produzione industriale.
I portaciuccio sono prodotti di uso comune e disponibili in mille varianti. Lo scopo originale di questi prodotti era quello di mantenere il ciuccio fissato all’indumento del bambino, ma senza il rischio di strangolamento ovviamente.
Tuttavia in passato si sono registrati alcuni incidenti proprio per le catenelle fai da te e usate per tenere i ciucci.
Il termine “portaciuccio” è comunemente usato per tutti i prodotti con un ciuccio collegato, che sia allacciato all’indumento del bambino o ad altri oggetti come peluche, che sia una catenella portaciuccio personalizzata o meno.
I ciucci sono usati da neonati e bambini molto piccoli, questo determina un rischio veramente elevato per questi prodotti.
Bisogna sempre tenere presente che, indipendentemente dal fatto che un portaciuccio sia o meno classificato come giocattolo, deve essere sicuro al 100%.
Ma iniziamo ad inquadrare il problema dal punto di vista normativo.
Quali normative si applicano alle catenelle portaciuccio?
Risolviamo subito il problema dicendo che le alternative sono essenzialmente due, considerando che il REACH si applica sempre e comunque ad ogni prodotto:
- Direttiva TSD 2009/48/CE
- Direttiva sulla Sicurezza Generale dei Prodotti 2001/95/EC
La direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti 2001/95/EC (GPSD) definisce un prodotto come:
qualsiasi prodotto destinato, anche nel quadro di una prestazione di servizi, ai consumatori o suscettibile, in condizioni ragionevolmente prevedibili, di essere utilizzato dai consumatori, anche se non loro destinato, fornito o reso disponibile a titolo oneroso o gratuito nell’ambito di un’attività commerciale, indipendentemente dal fatto che sia nuovo, usato o rimesso a nuovo.
Si applica il GPSD nella misura in cui non vi siano disposizioni specifiche con lo stesso obiettivo nelle norme di diritto comunitario che disciplinano la sicurezza dei prodotti interessati.
Traducendo queste definizioni in parole povere, si applica il GPSD a tutti i prodotti non coperti da altri regolamenti. In buona sostanza ogni prodotto, venduto o meno, deve garantire la sicurezza nell’utilizzo.
Fatto lo screening di tutte le direttive o disposizioni applicabili alle catenelle porta ciuccio, l’unica attinente è la Direttiva giocattoli, ma nel caso di prodotti con scarso valore ludico, si rientra a pieno titolo nel campo di applicazione della DSGP.
Il GPSD è alla fine molto chiaro e va dritto al sodo, chiedendo di verificare semplicemente la sicurezza
PUNTO!
Il produttore deve dunque fare un’analisi dei rischi e cercare se esista una norma di prodotto o standard tecnico (UNI, EN, BS, ISO, ecc) che possa aiutarlo a capire se il prodotto sia o meno sicuro.
Nel nostro caso, la norma esiste, si tratta della la UNI EN 12586:2011 “Articoli per puericultura – Trattieni succhietti – Requisiti di sicurezza e metodi di prova”.
Questa norma si applica anche alle catenelle portaciuccio fai da te in silicone o in legno ed uncinetto.
Chiaramente, come per tutti i prodotti immessi in commercio, bisogna anche dare un occhio alle Restrizioni REACH dell’annex XVII, in particolare per gli articoli di puericultura o che vanno a contatto con la pelle.
Avevamo fatto alcuni post nel nostro blog che ti consiglio di leggere.
Quando invece parliamo di catenelle portaciuccio con carattere ludico, si applica la direttiva che obbliga i produttori a marcare CE il giocattolo, con tutta la serie di obblighi documentali.
Ma come si può capire la differenza tra catenella giocattolo e non giocattolo?
Per questo facciamo riferimento alla Guida Europea 19, che ti conviene scaricare cliccando su questo link
Tra gli elementi che fanno orientare la lancetta verso la direttiva giocattoli ci sono:
- spinta verso l’interazione con elementi che possono spostarsi con l’azione del bambino
- Effetti sonori e sonaglini
- peluchini attaccati
- elementi 3D che compongono gli elementi della catenella
In questa foto tratta dalla guida europea 19 puoi vedere tipici NON giocattoli
In questa foto invece alcuni Giocattoli, con elementi che richiamano l’interazione del bambino, sonagli o peluche e figure 3D varie.
Come evidenziato dallo studio Europeo Joint Market Surveillance Action co-funded by the European Union Grant Agreement No: 705 038 – GPSD
Esistono delle evidenti dissonanze purtroppo tra i metodi classici usati per la Direttiva Giocattoli (EN 71) e la norma EN 12586, che comunque va sempre applicata
Per esempio:
- la EN 12586 prevede una serie di test ciclici di apertura e chiusura dei sistemi di fissaggio, non previsti dalla EN 71-1,
- la stessa norma EN 12586 richiama tra i metodi di prova la EN 71-3 nella sua vecchia versione, con molti meno metalli da ricercare
- propone l’uso delle sagome di prova A e B della EN 71-1, ma con uno scopo diverso, per la EN 71-1, si usano per capire il pericolo legato ai bambini minori di 10 mesi, che non riuscendo a stare seduti da soli, potrebbero finire contro un giocattolo, procurandosi delle ferite interne. La EN 12586 le usa invece per simulare l’ingestione di piccole parti e il rischio di soffocamento.
Diciamo che manca un allineamento dei vari metodi, considerando tra l’altro che la EN 12586 trae spunto per molte verifiche dai metodi EN 71.
L’esito è che alcuni articolo possono essere conformi alla Direttiva giocattoli e non alla EN 12586 e viceversa…
Quanto deve essere lunga una catenella portaciuccio?
Di certo uno dei rischi principali da evitare in modo assoluto resta lo strangolamento, per cui è fondamentale che la lunghezza complessiva, escluso la clip, sia inferiore a 22 cm, da verificare però appendendo un peso alla catenella.
Spesso le catenelle portaciuccio con nome, diventano troppo lunghe per inserire tutte le lettere necessarie, a discapito però della sicurezza!
Inoltre è importante che non si creino parti di cavo scoperti maggiori di 15 mm a seguito delle prove meccaniche e che ci siano i fori di ventilazione per evitare il soffocamento.
Lo studio Europeo suddetto ha rilevato come il 70% dei prodotti prelevati dal mercato erano NON conformi soprattutto per la lunghezza o altre caratteristiche geometriche. Quindi anche alcune regole basilari spesso vengono trascurate.
É opportuno ricordare che l’avvertenza principale che deve sempre essere posta in etichetta o nel libretto dell’articolo:
Attenzione! Prima dell’uso verificare sempre il trattieni succhietto completo. Sostituirlo al primo segno di usura o danneggiamento. Non allungare mai il trattieni succhietto!
Non collegarlo mai a cordini, nastri, stringhe o parti larghe dell’indumento. Il vostro bambino potrebbe strangolarsi.
Spesso vengono venduti Kit per creare catenelle portaciuccio, ma senza le dovute analisi chimiche, in quanto il kit non è di per se una catenella, anche se di certo lo diventerà.
In questi casi, i materiali per creare le catenelle portaciuccio in silicone o in legno, è opportuno che siano già stati testati per la parte chimica della EN 12586, senza trascurare la EN 71-3:2019.
Se i materiali sono già conformi alla parte chimica, chi costruirà la catenella portaciuccio personalizzata dovrà solo fare delle verifiche meccaniche sulla lunghezza o sulle trazioni e altri abusi. Chiaramente si dovranno comprare materiali con i corretti fori di ventilazione.
Dove acquistare materiale portaciuccio?
Non esiste un negozio da suggerire, su internet se ne trovano tantissimi, ma il problema principale è dove trovare i materiali conformi alla EN 12586, quindi in fase di acquisto pretendete:
- Rapporti di prova EN 12586 con tutta la parte chimica; possono farlo anche se vi dicono di no
- Rapporti di prova EN 71-3:2019, occhio alla data
- materiali con i fori di ventilazione adeguati